Traumatologia dentale in età pediatrica: cosa sapere e come comportarsi
- Davide Stievano
- 5 mag
- Tempo di lettura: 2 min
“ Sig. Stievano, sono la maestra di Vittoria, la chiamo perché la piccola è caduta e si è rotta un dente…”

La telefonata che nessun genitore vorrebbe mai ricevere, figurarsi un genitore dentista!
La mia recente disavventura familiare mi fornisce l’occasione per approfondire un argomento delicato, i traumi dentali in età pediatrica, con la speranza che possa essere d’aiuto a tutti i miei “colleghi” genitori.

La traumatologia dentale in età pediatrica rappresenta una problematica di rilevante impatto clinico, sociale e psicologico. I traumi dentali sono frequenti nei bambini e negli adolescenti, soprattutto nei primi 3 anni di vita e successivamente tra i 7 e i 10 anni, coincidenti rispettivamente con le prime fasi della deambulazione e con l’attività sportiva e ludica intensa.
Tipologie di traumi dentali :
I traumi dentali nei bambini possono interessare sia la dentatura decidua che quella permanente. Le principali tipologie comprendono:
-Fratture dentali: possono coinvolgere solo lo smalto, lo smalto e la dentina (come nel caso di mia figlia),
oppure possono estendersi fino alla polpa.
-Lussazioni: comprendono la sublussazione (dente mobile ma in sede), l’intrusione (dente spinto all’interno dell’alveolo), l’estrusione (dente parzialmente fuoriuscito) e la lussazione laterale.
-Avulsione: completa fuoriuscita del dente dall’alveolo.
-Fratture alveolari o dei mascellari: spesso associate a traumi più gravi, possono comprometterla stabilità dell’intero segmento dentale.
Fattori di rischio
Diversi fattori aumentano la probabilità di traumi dentali nei bambini:
-Età e sviluppo motorio: i bambini piccoli cadono frequentemente a causa della coordinazione ancora in via di sviluppo.
-Malocclusioni:

come l’overjet aumentato (la protrusione degli incisivi superiori) che espone i denti a un maggior rischio di trauma.
-Ambiente: contesti scolastici, sportivi e domestici rappresentano le sedi più comuni.
-Assenza di dispositivi di protezione: caschi o paradenti, specie negli sport da contatto.
Conseguenze a breve e lungo termine
Le complicanze variano a seconda della gravità e del tipo di trauma. Nei decidui, un trauma può danneggiare i germi dei permanenti sottostanti. Nei permanenti, possono verificarsi necrosi pulpare, arresto dello sviluppo radicolare o alterazioni estetiche e funzionali. A livello psicologico, un trauma può influire sull’autostima del bambino.
Gestione legale del sinistro
Dal punto di vista legale, la gestione del trauma prevede:
-Documentazione accurata: referti medici, radiografie, certificati di inabilità, sono fondamentali per determinare l’entità del danno.
-Attribuzione della responsabilità: in ambito scolastico o sportivo può ricadere sull’istituto o sugli organizzatori in caso di negligenza.
-Valutazione medico-legale: utile per quantificare il danno biologico, estetico e funzionale.
-Assicurazioni scolastiche o private: possono coprire le spese mediche e i risarcimenti.
Raccomandazioni
Per prevenire e gestire al meglio i traumi dentali in età pediatrica si consiglia:
-Educazione dei genitori, insegnanti e allenatori sulla prevenzione e il primo soccorso.
-Uso di paradenti nei bambini che praticano sport.
-Valutazione odontoiatrica precoce in caso di malocclusioni.
-Interventi tempestivi e follow-up regolari in caso di trauma.
-Collaborazione tra odontoiatra, pediatra, medico legale e assicurazione per una corretta gestione clinico-legale del caso.

In conclusione, i traumi dentali non vanno mai sottovalutati. Una visita tempestiva dal dentista e un’adeguata prevenzione possono fare la differenza, sia per la salute dei che per il benessere psicologico
del bambino.




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